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Ostensione della Sindone - Torino

Storia e spunti di riflessione

09/03/2015 - 25/06/2015

 

Storia e spunti di riflessione

Dal 19 aprile al 24 giugno di quest'anno si celebra a Torino l'ostensione solenne della Sindone, la più lunga dalla sua presenza a Torino iniziata nel 1578; la quinta nella storia recente: 1978, 1998, 2000, 2010 e 2015.

Lo stretto legame tra Torino la Sindone cominciò nel 1578, quando il santo vescovo di Milano, Carlo Borromeo, partì dalla sua città per andare a venerare la santa reliquia a Chambéry, come gesto di riconoscenza per la protezione contro la peste. Il duca Emanuele Filiberto, che nel 1563 aveva trasferito la capitale del ducato a Torino, colse l'occasione per trasferire nella nuova capitale la più preziosa reliquia posseduta dai Savoia. Il motivo ufficiale era di ridurre di molto la fatica dell'arcivescovo: di fatto la Sindone restò definitivimanente a Torino, presso la Corte.

1578: la Sindone venerata a Torino da San Carlo Borromeo

L'arcivescovo in quattro giorni percorse a piedi 145 chilometri, procurandosi gravi e dolorose veschiche ai piedi: per tutta la notte restò in preghiera e in lacrime davanti alla Sindone, esposta nel coro della cattedrale. Predicò due volte e ottenne dal duca il prolungamento dell'ostensione per favorire valdesi e protestanti, accorsi in gran numero. L'arcivescovo tornò a venerare la Sindone nel 1581, nel 1582 e ancora, per l'ultima volta, nel settembre 1584: morì infatti il 3 novembre 1584. A questo grande vescovo tridentino Torino dedicò una bella chiesa, situata nella piazza omonima, detta, per la sua bellezza architettonica e sceonografica, il "salotto di Torino".

Ostensioni tra devozione e prestigio dinastico sino a fine '800

Fino al 1706 la Sindone era mostrata una volta all'anno, il giorno della festa liturgica, il 4 maggio; poi anche per matrimoni e battesimi di Casa Savoia e per solennizzare avvenimenti di Stato, come l'annessione della Sardegna alla Savoia nel 1720. Molte ostensioni si tenevano in duomo saltuariamente e in occasione di feste religiose e devozionali, come la predicazione del quadresimale. La forma più solenne era la presentazione della Sindone alla folla da parte dei vescovi sabaudi e piemontesi, in paramenti solenni, davanti a Palazzo Madama. C'erano (e ci sono state anche recentemente per papa Woityla) quelle personali: come nel 1638 per Francesca Frémyot di Chantal, in ottimi rapporti con la duchessa Maria Cristina.

1898: inizio del prevalare della dimensione religiosa su quella dinastica

Nel 1898, l'anno di solenni centenari per la diocesi di Torino, come i 400 anni della nuova cattedrale, si tenne anche l'ostensione della Sindone, collocata sull'altar maggiore del duomo, e che fu la prima ostensione moderna, anche nella organizzazione e nella gestione pastorale: i parroci organizzarono i fedeli con prenotazioni, treni speciali, con bandiere e stendardi. L'evento più importante, che segnò l'inizio della Sindologia (cioè la scienza della Sindone) fu la fotografia della Sindone fatta dall'avvocato Secondo Pia, geniale fotografo, il 25 maggio 1898: sul telo in negativo fotografico (questa la novità scientifica!) si presentava una serena figura di un suppliziato.

1931, 3-24 maggio: ultima ostensione in chiave dinastica

L'occasione fu il matrimonio del Principe Umberto di Savoia con Maria Josè di Brabante, celebrato nel 1930. Il regista delle celebrazioni fu il Principe Umberto, credente, perchè il padre, il re Vittorio Emanuele III, era massone, anticlericale e agnostico: infatti fu assente. La manifestazione che risultò fastosa fu il frutto di un difficile equilibrio tra esigenze diverse: il prestigio dei Savoia, la potenza del fascismo e la dimensione religiosa sostenuta dalla Chiesa.
Parteciparono principi e principesse, gerarchi fascisti e senatori (Giovanni Agnelli e Luigi Einaudi), e soprattutto, spinti da un motivo religioso, tantissimi pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall'estero, aiutati da molti volontari: i partecipanti furono calcolati almeno in un milione e mezzo.

1933, 24 settembre - 15 ottobre: prima ostensione "diocesana"

Questa ostensione fu organizzata dall'arcivescovo Fossati su espresso desiderio di Pio XI, per solennizzare il giubileo straordinario in occasione del XIX centenario della Redenzione. Segnò una svolta nella gestione e nel significato, sempre più religioso e sempre meno dinastico (restando tuttavia i Savoia proprietari della Sindone) della ostensione pubblica, pur partecipando i principi Umberto e Maria Joseé all'apertura. Davanti al telo, esposto sull'altare maggiore della cattedrale, sfilarono, purtroppo velocemente e quindi con poca comprensione e scarsa soddisfazione, un milione di persone, con biglietto.

1978: felici sorprese dell'ostensione dopo 45 anni

Di fronte alle crescenti richieste di una ostensione pubblica e solenne della Sindone, il cardinale Pellegrino, che nel 1969 aveva creato una commissione di ricercatori di varie università per studiare lo stato di conservazione del telo e suggerire esami e studi, il 23 novembre 1973, con il consenso di Umberto di Savoia e di Paolo VI, ripiegò sulla ostensione televisiva, che pur con i suoi difetti permise a milioni di telespettatori di vedere e quasi di leggere il telo sindonico.
Il nuovo arcivescovo, Anastasio Ballestrero ebbe invece il coraggio pastorale di indire una nuova ostensione pubblica, come evento unicamente religioso, dal 27 agosto all'8 ottobre 1978, da celebrarsi, come voleva Paolo VI, nello spirito della riforma liturgica. Anno dei tre papi, il 1978 si collocava, in Italia, in un contesto di violenza terroristica.
L'adesione di pellegrini fu enorme e inattesa, da spiazzare l'organizzazione: valutate a tre milioni le presenze, tra cui il cardinale Woityla, poi papa Giovanni Paolo II dal 16 ottobre.

Ostensioni negli anni 1998, 2000, 2010 e 2015

Nel 1983, per volontà del defunto Umberto I di Savoia, la Sindone divenne proprietà della Santa Sede, che confermò come custode l'arcivescovo di Torino. Nel frattempo aumentarono gli studi interdisciplinari del lenzuolo con risultati stupefacenti. Il 13 ottobre 1988 l'arcivescovo Ballestrero comunicò i risultati dell'esame del Carbonio 14, da cui risultava che la Sindone risaliva al medioevo: l'esito fu contestato da molte parti, anche scienziati, per gli errori compiuti negli esami. Da parte ecclesiastica si abbandonò la parola reliquia per usare quella di icona (immagine).
Poteva sembrare la fine delle ostensioni. Invece segnò l'inizio della migliore stagione delle solenni ostensioni: eventi religiosi (mentre le scienze continuavano a fare il loro corso nello studio della Sindone), sempre meglio organizzati (grazie anche a migliaia di volontari) non solo con le prenotazioni ma anche sotto il profilo della evangelizzazione, con una crescente partecipazione di pellegrini (milioni!) provenienti da tutto il mondo, molti dall'Europa orientale.
Novità importante: la presenza dei papi Giovanni Paolo II nel 1998, Benedett XVI nel 2010 e Francesco il prossimo 21 giugno 2015.

articolo di Don Giuseppe Tuninetti da "Fiamma che arde" Rivista trimestrale della Congregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per ammalati poveri



Spunti di riflessione:
"Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore"

Cari fratelli e sorelle,

mi pongo anch'io con voi davanti alla sacra Sindone, e ringrazio il Signore che ci offre, con gli strumenti di oggi, questa possibilità.

Anche se avviene in questa forma, il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare. Questo Volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. Come è possibile? Come mai il popolo fedele, come voi, vuole fermarsi davanti a questa Icona di un Uomo flagellato e crocifisso? Perché l'Uomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazaret. Questa immagine – impressa nel telo – parla al nostro cuore e ci spinge a salire il Monte del Calvario, a guardare al legno della Croce, a immergerci nel silenzio eloquente dell'amore.

Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: l'Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia; l'Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio. Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli… Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà. E’ come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell'amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto.

Per questo, contemplando l'Uomo della Sindone, faccio mia, in questo momento, la preghiera che san Francesco d'Assisi pronunciò davanti al Crocifisso:

Altissimo e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
E dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta,
senno e conoscimento, Signore,
che faccia il tuo santo e verace comandamento. Amen.

Testo del Messaggio per l'Ostensione televisiva 2013 di Papa Francesco

 

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