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Santi Dalmazio, Primo e Feliciano; Beata Vergine Maria del S. Rosario

 

 

Il Santo Titolare della Parrocchia è San Dalmazio Martire; compatrona è la Madonna del Rosario: di seguito alcune notizie agiografiche.


SAN DALMAZIO (5 dicembre)

Fu venerato a Pedona (oggi Borgo San Dalmazzo), già in diocesi di Asti, almeno dal sec. VI. La sua più antica biografia, nota in due recensioni, deriverebbe, secondo il Gabotto, da un originale redatto tra il 570 e il 650, mentre, secondo il Lanzoni, sarebbe stata composta nel sec. VII o nell'VIII. L'autore, forse un monaco longobardo del monastero di Pedona che attinse a tradizioni orali, lo dice nato a Forum Germarzorum (S. Damiano Macra) in epoca precostantiniana e lo presenta come ecclesiastico ed evangelizzatore di Pedona.
All'inizio del sec. X, quando questa località fu devastata dai Saraceni, il corpo del santo fu portato a Quargnento, dove sulla sua tomba fu posta l'iscrizione: " ic requiescit corpus sancti Dalmatii repositum ab Audace episcopo Astensi".
In Francia, sin dal sec. IX, Dalmazio è considerato martire. Fonti più recenti lo dicono oriundo della Germania, evangelizzatore di molte città del Piemonte, dell'Emilia e della Gallia, ucciso per la fede nel 254. Il Martirologio Romano, fondandosi su liste episcopali manipolate, lo ricorda, a torto, il 5 dicembre, come vescovo di Pavia, dove, tuttavia, gli era dedicata una chiesa. Di certo si sa che a Pedona esisteva una basilica eretta in suo onore, e che il 5 dicembre molti pellegrini, provenienti anche da paesi lontani, convenivano al suo sepalcro. Probabilmente Dalmazio fu un evangelizzatore locale di Pedona, in un'epoca non facilmente determinabile, e perciò vi fu venerato come santo; il 5 dicembre sarebbe l'anniversario della sua morte, oppure della sua elevazione all'onore degli altari.

Autore: Antonio Rimoldi; tratto dal sito: www.santiebeati.it

SANTI PRIMO e FELICIANO (9 giugno)

La loro traslazione, effettuata da papa Teodoro I (642-649), dal XV miglio della via Nomentana a S. Stefano Rotondo, è tra le primissime operate in Roma. I corpi vennero trovati in un sarcofago l’8 gennaio 1625. Il papa allora fece erigere sul nuovo sepolcro un altare ornato da un paliotto d’argento. Nel 1736, con la costruzione di una nuova ara, opera di Filippo Barigoni, i resti, fino allora situati dinanzi l’altare, furono deposti all’interno di esso.

Dice il Martirologio Romano al 9 giugno: A Nomentano, in Sabina, il natale dei santi Martiri Primo e Feliciano fratelli, sotto Diocleziano e Massimiano Imperatori. Questi gloriosi martiri, avendo condotto nel Signore una lunga vita, ed avendo sofferto tormenti, ora eguali insieme, ora diversi e spietati separatamente, alla fine ambedue percossi con la spada da Promoto, Preside di Momento, compirono il corso del felice combattimento. I loro corpi poi, trasportati a Roma, furono con onore sepolti nella chiesa di santo Stefano Protomartire, sul monte Celio.

Notizie tratte dal sito www.santiebeati.it - Autore: Giovanni Sicari

PREGHIERA AI NOSTRI SANTI PATRONI
Composta da mons. G. P. Gosio nel 1990 (720° della ricostruzione della Basilica)

O gloriosi Santi DALMAZIO, PRIMO E FELICIANO
a voi è stata affidata da oltre un millennio la
protezione di questo nostro paese di Quargnento e
di tutti noi, membri di questa comunità cristiana.
Ci rivolgiamo a voi per ottenere il vostro aiuto nel
cammino della vita e della Fede.
Difendeteci da ogni male. Fate che viviamo, con
impegno generoso come il vostro la nostra dignità
di Figli di Dio e che risorgiamo con prontezza dai
nostri peccati.
Custodite le nostre famiglie perché siano vere Chiese domestiche.
Proteggete i nostri 'cari giovani affinchè siano sempre generosi, buoni e imitatori delle vostre virtù.
Conser uateci là salute e il lavoro, con cui vogliamo servire Dio e i fratelli.
Aiutateci a testimoniare, e diffondere la Fede con,
l'impegno dell'apostolato cristiano, voi che da buoni laici, avete servito e difeso la causa del Vangelo
e non avete disdegnato di affrontare il martirio sicuri che il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.
Proteggeteci nell'ora della morte perché sia la nostra nascita al Paradiso, ove desideriamo incontrarvi ed essere con voi felici nella Casa del Padre
ove ci attende la Mamma Celeste, venerata sotto il
titolo di Madonna del Rosario e Nostra Compatrona.
Amen.


BEATA VERGINE MARIA del SANTO ROSARIO (7 ottobre)

Questa memoria Mariana di origine devozionale si collega con la vittoria di Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell'impero ottomano. San Pio V attribuì quello storico evento alla perghiera che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Vergine nella forma del Rosario. (Mess. Rom.)

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Martirologio Romano: Memoria della beata Maria Vergine del Rosario: in questo giorno con la preghiera del Rosario o corona mariana si invoca la protezione della santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di lei, che fu associata in modo tutto speciale all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio.

Il Rosario è, nato dall'amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L'oggetto che serve alla recita di questa preghiera, cioè la corona, è di origine molto antica. Gli anacoreti orientali usavano pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei "Paternostri", per il cui conteggio S. Beda il Venerabile aveva suggerito l'adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra una leggenda, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un'arma efficace per debellare l'eresia albigese.
Nacque così la devozione alla corona del rosario, che ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna. Promotori di questa devozione sono stati infatti i domenicani, ai quali va anche la paternità delle confraternita del Rosario. Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di "breviario del popolo", da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare.
Quelle "Ave Maria" recitate in famiglia sono animate da un autentico spirito di preghiera: "E mentre si propaga la dolce e monotona cadenza delle "Ave Maria", il padre o la madre di famiglia pensano alle preoccupazioni familiari, al bambino che attendono o ai problemi che già pongono i figli più grandi. Questo insieme di aspetti della vita familiare subisce allora l'illuminazione del mistero salvifico del Cristo, e viene spontaneo affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta quanta la redenzione" (Schillebeeckx).
La celebrazione della festività odierna, istituita da S. Pio V per commemorare la vittoria riportata nel 1571 a Lepanto contro la flotta turca (inizialmente si diceva "S. Maria della Vittoria"), il giorno 7 ottobre, che in quell'anno cadeva di domenica, venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913. La "festa del santissimo Rosario", com'era chiamata prima della riforma del calendario del 1960, compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù.

Autore: Piero Bargellini, tratto dal sito: www.santiebeati.it

 

File allegati

 

Notizie storiche sui Ss. Primo e Feliciano a cura di Carlo Trussi - 71,94 Kb

 

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